Trento, 4 marzo 2015
Resort alle Viote:
piano insensato
Italia Nostra e altre cinque associazioni «bocciano» il progetto
da l'Adige
di mercoledì 4 marzo 2015
«Risoluta opposizione al progetto» di «resort» nella piana della Viote di Bondone. Un no deciso che arriva da Italia Nostra, Legambiente, Pan-Eppa, Mountain Wilderness Italia, Lipu e Wwf. Un «no» messo nero su bianco in un documento inviato agli assessori provinciali Carlo Daldoss (urbanistica e coesione territoriale), Mauro Gilmozzi (infrastrutture e ambiente) e Michele Dallapiccola (agricoltura, foreste e turismo), oltre che ai sindaci Alessandro Andreatta (Trento) e Andrea Friz (Garniga Terme). Ieri sera, nel palazzo della Regione, le sei associazioni ne hanno illustrato i contenuti. Il progetto è quello di Patrimonio del Trentino spa, braccio immobiliare della Provincia e proprietaria dei 9 ettari alle Viote su cui sorgono le ex caserme austro-ungariche. La spa lo ha presentato alla fiera immobiliare di Monaco di Baviera, a caccia di investitori.
Prevede la trasformazione delle vecchie caserme in «resort», con ampliamento di circa 83 mila metri cubi. «Progetto» per le associazioni «che non appare in alcun modo inseribile nel delicato e prezioso ambiente delle Viote. La "montagna di Trento", ampiamente deturpata da sconsiderate iniziative immobiliari - e tuttavia dichiarata Parco naturale dalla programmazione urbanistica provinciale - conserva nella vasta piana della Viote e nella soprastante cornice delle Tre Cime uno dei paesaggi e degli ambienti naturali più importanti dell'intero Trentino, una riserva naturale finalizzata a valorizzare e difendere un patrimonio raro e insostituibile di flora e fauna».
È questo il contesto delle ex caserme, «importante testimonianza storica e notevole esempio non solo di architettura militare, ma anche di sapienza progettuale e sensibilità paesaggistica». Per le sei associazioni, il progetto della spa costituisce «una profonda alterazione del valore culturale, storico e architettonico» delle ex caserme; è in «stridente contrasto con il contesto naturale e le finalità del Parco»; determina un «violento impatto paesaggistico e ambientale» e rappresenta la scelta di «un modello turistico improprio rispetto al contesto, improponibile nelle sue ambizioni, tanto velleitarie quanto grossolane».
Di qui la richiesta della «integrale conservazione e di un sensato utilizzo della Caserme» e l'annuncio della difesa, in ogni sede, di tale patrimonio naturale e culturale tanto insensatamente minacciato di degrado e distruzione». |
Trento, 4 marzo 2015
Resort alle Viote,
il no ambientalista
Verdi, Lipu eWwfcontro il progetto: «Le volumetrie aumenterebbero di 5 volte. Facciamoci un centro ambientale»
dal Trentino di martedì 4 marzo 2015
La battaglia contro il resort di lusso previsto all'ex Centro di ecologia alpina, sul Monte Bondone, è stata lanciata ieri sera. In un convegno organizzato insieme dai Verdi e dalla Lipu alla Sala Rosa della Regione, sono stati presentati al pubblico i rendering del progetto (per ora preliminare) per un albergo di lusso, con piscine, piazzali e una ristrutturazione architettonica delle strutture con uno stile che ha lasciato la platea dell'incontro esterrefatta.
L'aspetto delle ex caserme austriache, infatti, cambierebbe in modo sostanziale, se il progetto fosse realizzato così come è stato presentato ieri. Si perderebbe di certo – hanno fatto notare Sergio Merz, della Lipu (che al Cea ha lavorato una vita), Francesco Borzaga, del Wwf, Marco Ianes e Lucia Coppola, dei Verdi, l'identità storica del luogo. Seguendo le bozze del progetto presentate ieri inoltre si nota come le volumetrie e la superficie edificata aumenterebbero molto (circa cinque volte tanto rispetto a quelle attuali, ha dichiarato Ianes) e si aggiungerebbe ancora cemento per nuovi spazi per i parcheggi.
I costi previsti poi, per ora, sarebbero pari a circa 36 milioni di euro. Ma - ha denunciato Ianes - l'ipotesi del project financing in questo caso proposta comporta sempre il rischio che le perdite siano poi coperte comunque dalla Provincia, se le cose dovessero andar male. Del resto, il Comune di Garniga ha già cambiato la destinazione d'uso dei luoghi, per permettere la destinazione alberghiera.
Le intenzioni sembrano quindi correre verso scelte concrete.
Sergio Merz ha ricordato gli importanti investimenti pubblici fatti negli anni, anche recenti, per ristrutturare parte delle caserme e per dotare il Cea di innovative attrezzature.
Tutti i relatori hanno ricordato la perdita notevole data dalla chiusura del Centro, decisa nel 2004 e avvenuta definitivamente nel 2012, allorquando gli ultimi ricercatori smisero di calcare la piana delle Viote. Da allora, ha denunciato con un corredo di fotografie desolanti Sergio Merz, alle ex caserme, all'ex Cea si assiste solo al degrado delle strutture, all'accumularsi della neve addosso alle murature e perfino allo svolazzare delle coperture in plastica delle vecchie voliere, un tempo destinate all'avifauna selvatica allevata per le reintroduzioni.
L'idea che ieri si è contrapposta al resort è un rilancio delle ex caserme come Centro di interpretazione ambientale al servizio di un vero parco naturale e culturale.
In chiusura è stato evocato l'esempio della “cattedrale nel deserto”, o “quartiere fantasma”, come è stato definito, dell'area ex Michelin di Trento. La convinzione della platea di ieri sera è che il rilancio del Bondone debba passare dalla valorizzazione del patrimonio naturalistico, culturale, archeologico di cui la montagna del capoluogo è ricca e da un vero parco naturale, dotato di una gestione seria e organica.
Si sono anche ricordati i dubbi sulla sostenibilità economica dell'operazione emersi in illustri ambienti alberghieri allorquando, in autunno, era emersa per la prima volta l'ipotesi del resort. Il progetto infatti era stato presentato alla Fiera Expo Real di Monaco di Baviera.
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Trento, 4 marzo 2015
Viote, i verdi contro
il resort di lusso
«Illustrate un progetto
per il Bondone»
dal Corriere del Trentino
di mercoledì 4 marzo 2015
La metafora è quella dell’asino che non può reggere lo stesso carico di un elefante. I protagonisti reali della storia sono il monte Bondone e lo «sviluppo scellerato» che, a sentire i Verdi, promotori del convegno «Viote - Storia di un degrado», si starebbe consumando sulle sue pendici.
Una «montagna incompresa», destinataria «solo di proposte di basso livello, poco rispettose della sua biodiversità e della sua autenticità», chiarisce la consigliera comunale Lucia Coppola, co-portavoce dei Verdi del Trentino, spiegando come finanche l’ultimo documento «Nuovo slancio del monte Bondone a dodici anni dall’approvazione del Patto territoriale» proposto dalla Commissione Ambiente, «manchi di una visione organica».
Sono tanti, infatti, i capi d’accusa mossi ai politici, apostrofati più volte come «sordi e ciechi» di fronte «all’impatto devastante prodotto dalle loro decisioni». Dalla chiusura, nel 2004 del Centro di Ecologia Alpina «che – ricordano i Verdi – occupava 50 professionisti tra ricercatori e docenti di ruolo, mentre ora è sinonimo solo di incuria e sporcizia» alla costruzione del parcheggio accanto al Giardino botanico alpino nella piana delle Viote («rimasto per lo più inutilizzato», puntualizzano) fino alla discussione più recente, quella avvertita come maggiormente impattante: la costruzione di un resort di lusso proprio nel territorio delle Viote del Bondone.
«Progetto che – a sentire Marco Ianes, progettista e a sua volta co-portavoce dei Verdi del Trentino – potrebbe diventare esecutivo a breve nonostante le numerose perplessità». Tra queste: la sostenibilità ambientale («Non si finirà per creare una nuova cattedrale nel deser to come nel caso delle Albe-re?», si domandano i Verdi) ed economica («Chi pagherà i lavori? Saranno i cittadini a ripagare gli investitori privati intervenuti con il project financing, se non ci saranno gli utili sperati?»).
«Preoccupazioni che ribadisce Ianes sono accentuate dalle dichiarazioni dell’assessore Michele Dallapiccola che ha definito la costruzione del resort come “l’ultima spiaggia per il Bondone”, posizione assolutamente non condivisibile».
Nessuna retorica, dunque: il problema del Bondone è squisitamente politico. Lo spiegano chiaramente Francesco Borzaga, per anni presidente del Wwf regionale, e Sergio Merz, delegato Lipu per il Trentino Alto Adige: «A breve ci saranno le elezioni ed è il caso che qualcuno ci dica se ha un progetto per la nostra montagna. Noi, intanto, dobbiamo creare alleanze con altre forze politiche, come con i Cinque Stelle, ad esempio», commenta Borzaga, mentre Merz sottolinea come «il Bondone non debba diventare un parco gioco per turisti, con la libertà di praticare ogni genere di sport, dalle sciate notturne al downhill fino all’ultima moda del fat bike».
Intanto il Bondone cerca il rilancio promuovendo anche la formula della ricca colazione con sciata all’alba a piste ancora intonse: l’Apt annuncia che da sabato 22 marzo anche il Bondone aderirà a Trentino Ski Sunrise.
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